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Edilizia & Sud

Edilizia scolastica: l’emergenza della messa in sicurezza

21 Settembre 2022

Siamo nell’ottobre 2002 quando a San Giuliano di Puglia in Molise la scuola elementare “Francesco Jovine” crolla a seguito di un terremoto, muoiono 27 bambini e la loro insegnante. Solo un mese prima era stata avviata la prima indagine civica su 70 edifici scolastici. A seguito dell’evento catastrofico nascono programmi per una scuola in sicurezza ed è l’anno seguente, nel novembre 2023, che Cittadinanzattiva progetta e celebra la I Giornata Nazionale della Sicurezza nelle Scuole.

Vengono attivati progetti, indagini, eventi di sensibilizzazione, e nonostante l’impegno sociale e civico ad oggi nel 2022 la condizione delle scuole è sempre più preoccupante. Sono 40,293 gli edifici scolastici attivi in Italia, e di questi edifici il 57,90% mancano di agibilità, mentre il 54,92% sono carenti di prevenzione incendi. Questi sono i dati drammatici del XX Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” di Cittadinanzattiva.

Sono molteplici le cause di questo costante degrado: innanzitutto è da tenere conto l’età degli edifici la cui media si aggira intorno ai 50 anni. Gli edifici che sono stati costruiti prima del 1976 sono circa 16.794, parliamo del 42% del totale.

I dati confermano che il 41,4 % delle scuole in Italia non sono in possesso di collaudo statico, e il numero di istituti che forniscono i dati sono ogni anno sempre meno accrescendo la condizione di illegalità e incertezza dovuto all’assenza di dati.

Per quanto riguarda le certificazioni per la prevenzione degli incendi i dati sono altrettanto drammatici: partiamo all’apice con la Valle d’Aosta che possiede il 51,74% degli edifici in regola per piombare all’ultimo posto occupato dal Lazio dove solo il 12,21% delle scuole possiede una prevenzione agli incendi in regola.

Inoltre, ad aggravare la situazione è la quasi totale assenza di finanziamenti statali che hanno lasciato le redini del patrimonio edilizio ai comuni, alle province e alle città metropolitane. Le conseguenze sono state una mancanza di manutenzione né ordinaria né straordinaria dovute principalmente alla mancanza stessa di fondi statali. Questa mancanza di fondi si traduce inevitabilmente nel totale disinteresse e scarsa considerazione dei rappresentati statali, delle regioni e degli enti locali di edilizia scolastica verso l’istruzione e tutto il sistema scolastico.

Incoraggianti le parole di Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini, impresa sociale finalizzata all’attuazione di programmi del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”: «Siamo davanti a una emergenza, ma anche a una grande opportunità: ripensare lo sviluppo del paese mettendo realmente al centro i minori e promuovendo comunità educanti. La scuola è un fattore centrale in questo processo, anche se non l’unico. Abbiamo una edilizia scolastica vecchia, come anno di costruzione, ma non è da meno il modello educativo per il quale sono stati progettati gli edifici o, peggio, sono stati riconvertiti. Penso invece al Centro educativo di Mirto a Partinico, voluto da Danilo Dolci e ideato con gli stessi ragazzi e abitanti a metà anni ’70, con aule e spazi a misura di bambino e pensati per una didattica innovativa. Dopo 45 anni, però, quell’approccio è considerato ancora “nuovo” e non è diventato esperienza diffusa nel Paese».

Davanti a una emergenza non possiamo fare altro che convertirla in grande opportunità e ridare dignità agli istituti scolastici mettendo al centro la sicurezza, l’istruzione e i giovani.

Di questo tema si parlerà ampiamente durante la prossima edizione del SED, in programma a Caserta dall’11 al 13 maggio 2023.

SED 2024: COSTRUIRE IL CAMBIAMENTO